Vangelo in briciole
26 maggio 2019

VI DOMENICA DI PASQUA

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.  Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

“Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.”
Quante volte parliamo di pace e quante volte abbiamo donato la pace? Ma ancor più cosa intendiamo per pace? Il mondo di oggi la intende come l’assenza di guerra.
I troppi scenari mondiali di morte e sofferenza ci parlano unicamente di una urgente cessazione dei tanti conflitti militari seguiti da lunghi interventi di peacekeeping, ma la guerra continua nonostante il nostro parlare, forse anche il desiderare, la pace; le nostre azioni sembrano più seminare guerra che piantare cedri di pace. Ma la pace di Gesù non è quella del mondo:  è diversa, è una pace trinitaria e “lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa” e ci spiegherà che la Pace è Giustizia ed è Salvaguardia del Creato; è trinitaria perché esiste unicamente come armonia di tre Persone fatte l’uno per l’altra.
Allora lo Spirito ci ricorderà che la Pace è la totale assenza di conflitti interni ed esterni, quelli che causano immensi malesseri e che solo con l’Amore riusciremo a lenire ( “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”); ci ricorderà che i nostri fratelli poveri, emarginati, senza speranza che sono nel pianto ci aspettano (“Beati gli afflitti, perché saranno consolati”), ci ricorderà che il nostro impegno per costruire oggi nel mondo il Regno dei Cieli passa dalla lotta nonviolenta all’ingiustizia (“Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati”) consapevoli della persecuzione e della Croce (“Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli”) e che il secondo nome dell’ingiustizia è diseguaglianza, ci ricorderà l’urgenza di fermare questa folle irrazionale distruzione del creato che crea morte per carestie, inondazioni, siccità, tumori e genera continuamente moltitudini di poveri. Ci dirà però di avere fiducia nel suo Amore (“Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore”)  perché “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate perché” oggi “grande è la vostra ricompensa nei cieli” e la ricompensa oggi più grande è sentirsi dimora dell’Amore Eterno.

Cesare De Giorgi